Quando è legittimo il licenziamento per uso improprio dei beni aziendali?

Il caso

Riferimenti normativi

Cosa dice la Corte di Cassazione

Conclusioni

Il caso

Utilizzo dell’auto aziendale per motivi non attinenti il lavoro, utilizzo della carta di credito aziendale al di fuori delle esigenze lavorative, uso del telepass aziendale per motivi personali, uso del materiale dell’azienda per costruirsi una cornice per un quadro, durante l’orario di lavoro.

Quali di questi comportamenti legittimano il licenziamento per giusta causa del lavoratore?

L’uso improprio dei beni aziendali può portare sempre al licenziamento per giusta causa del dipendente?

Riferimenti normativi

Art. 2119 codice civile (Recesso per giusta causa)

Ciascuno dei contraenti può recedere dal contratto prima della scadenza del termine, se il contratto è a tempo determinato, o senza preavviso, se il contratto è a tempo indeterminato, qualora si verifichi una causa che non consenta la prosecuzione, anche provvisoria, del rapporto.

Cosa dice la Corte di Cassazione

Negli anni la Suprema Corte si è espressa più volte sulla legittimità o meno di licenziamenti, motivati dall’uso improprio di beni aziendali.

Facciamo un breve carrellata, partendo dalle sentenze più risalenti per arrivare alla recente del 1° dicembre 2022.

Nel 2018 con la sentenza 7208/2018 la Corte di Cassazione si era pronunciata in merito all’utilizzo dell’auto aziendale, fuori dall’orario di lavoro. La Corte aveva ritenuto illegittimo il licenziamento considerando il numero limitato di utilizzo e per cause in un certo senso connesse all’attività lavorativa.

Sempre nel 2018 con sentenza n. 3315/2018, la Corte aveva ritenuto, invece legittimo il licenziamento per giusta causa del lavoratore per utilizzo improprio dei beni aziendali, affermando, tra l’altro, che la particolare situazione piscologica in cui versava il lavoratore non legittimava l’utilizzo, per fini personali, dei beni aziendali, in quanto contrario ai principi di correttezza e buona fede.

Nel 2019, la Corte di Cassazione con sentenza n. 15777/2019 aveva confermato la legittimità del licenziamento per giusta causa del lavoratore che effettuava rifornimenti di carburante con la carta di credito aziendale, al di fuori delle esigenze lavorative.

Nel 2020, con sentenza n. 10540/2020, ha dichiarato la legittimità del licenziamento del lavoratore che reiteratamente faceva uso del telepass aziendale per esigenze personali e al di fuori dell’orario lavorativo, in quanto la condotta era idonea a ledere l’elemento fiduciario posto alla base del rapporto di lavoro.

Con la recente ordinanza n. 35399 del 1° dicembre 2022 la Corte di Cassazione ha confermato la sentenza della Corte di Appello territoriale che aveva ritenuto giustificato il licenziamento per giusta causa di un lavoratore che aveva utilizzato i beni aziendali per costruirsi, durante l’orario di lavoro, una cornice.

Ancora una volta la Suprema Corte ha dato più rilevanza alla lesione del vincolo di fiducia, piuttosto che all’esiguità del valore del materiale aziendale utilizzato.

In tema di licenziamento per uso improprio dei beni aziendali, è sempre compito del giudice valutare la gravità dei fatti contestati al lavoratore, la proporzionalità tra i fatti contestati e la sanzione applicata e soprattutto valutare, nel caso concreto, se vi sia stata una compromissione del vincolo fiduciario, tale da non consentire, neanche una prosecuzione temporanea del rapporto di lavoro e da giustificare il licenziamento per giusta causa.

Conclusioni

Non si può dare un giudizio astratto e univoco quando si parla di licenziamento per giusta causa per utilizzo improprio dei beni aziendali.

Come visto occorre vedere sempre il caso concreto e valutare, in pratica, se l’inadempimento del lavoratore sia stato così grave da non consentire, neanche in via provvisoria, la prosecuzione del rapporto di lavoro.

Il venir meno del vincolo fiduciario è l’elemento principale su cui si basano le pronunce della Suprema Corte.

Scritto e pubblicato da avv. Michela Paolini | 26 aprile 2023